“Voglio, non voglio, cuore sgarbato bimbo maleducato!” mi diceva mia nonna ogni volta che mi sentiva usare il verbo volere al tempo presente.

Domenica mentre ero con amici al mare siamo entrati in una gelateria e ho assistito ad una scena che ha riaperto in me un fiume di ricordi.

Una ragazzina di 14 anni corregge la sorellina di 6 che al gelataio stava dicendo “Io voglio un cono cioccolato e fragola” dicendole: “io vorrei, si dice io vorrei!!!”

Allora ho sentito il proverbio di mia nonna risuonare forte nella mia testa. Molti anni fa, quando ho iniziato il mio percorso di sviluppo personale, ho scoperto la potenza che può avere su di noi dire IO VOGLIO rispetto a IO VORREI. Quando diciamo “io vorrei” stiamo dicendo che a noi piacerebbe qualcosa ma che l’ottenerla non dipende da noi. Ma se non dipende da noi da chi dipende? Può dipendere dalla bontà, dalla generosità, dalla volontà o dalla  riconoscenza dell’altro e quindi anche dal fatto che potremmo meritarcelo oppure no.

Questo linguaggio nasconde le radici di una cultura relazionale basata sul potere. Una cultura nella quale più si era piccoli meno potere avevamo e quindi meno diritto di usare la formula IO VOGLIO.

Non nascondo che, tanti anni fa, la mia prima reazione di fronte a questa consapevolezza è stata di rabbia e ribellione. All’inizio quando cercavo di stare in quel benedetto tempo presente era difficile. Era difficile perché:

  • ora ero io che decidevo cosa mi meritavo e cosa no e la mia autostima non era così forte;
  • mi sembrava di essere sgarbata.
Possiamo esprimere in modo chiaro, diretto, semplice i nostri desideri e bisogni con gentilezza e con modi garbati?

Si, certo che possiamo farlo :)!

Cosa possiamo fare?

  1. Chiediamoci, io mi do il permesso di esprimere quello che voglio? permetteremo agli altri di farlo nella misura in cui lo permettiamo a noi stessi. Se non ci diamo questo permesso: accettiamoci e amiamoci comunque, siamo il risultato delle nostre storie.
  2. Diciamo a noi stessi, io sono abbastanza!
  3. Cominciamo ad osservare quando usiamo l’io voglio e quando io vorrei.
  4. Alleniamoci a sentire cosa vogliamo ora nel presente.
  5. Iniziamo a sfatare alcune malsane credenze:
    Se esprimo quello che voglio non sono arrogante, sto solo condividendo quello che ora sento. “Mamma, mamma, io voglio andare al parco!”
    Se esprimo una richiesta e questa prevede il coinvolgimento di altre persone il fatto di esprimerla non significa pretendere che subito venga soddisfatta. “Certo amore, ti capisco. Oggi non riusciamo a farlo ma ci organizziamo e domani ci andiamo”

Buona vita!